Un cliente dello studio (che chiameremo, per comodità, Luigi), affetto da cirrosi epatica HBV correlata, nel 2004 ha subito un trapianto di fegato e, successivamente all’intervento, ha dovuto sottoporsi alla conseguente ed indispensabile terapia immunosoppressiva.
Subito dopo il trapianto, i valori della pressione arteriosa si sono alzati e il signor Luigi, ritenendo che l’ipertensione fosse stata provocata dall’assunzione degli immunosoppressori, ha chiesto il riconoscimento dell’indennizzo integrativo previsto dall’art. 2 comma 7 della legge 210/92, che così dispone: “ai soggetti danneggiati che contraggono più di una malattia ad ognuna delle quali sia conseguito un esito invalidante distinto è riconosciuto, in aggiunta ai benefici previsti dal presente articolo, un indennizzo aggiuntivo … in misura non superiore al 50 per cento” di quello già percepito.
Con verbale del 19 giugno 2009, la Commissione medico ospedaliera di Milano ha accolto la domanda di indennizzo integrativo, riconoscendo che “l’ipertensione arteriosa ‘ha una prevalenza nella popolazione trapiantata pari al 75-85% ed è, nella maggior parte dei casi, ascrivibile a effetto indesiderato della terapia immunosoppressiva“.