Con ordinanza pubblicata il 5 ottobre 2021 all’esito di un procedimento sommario di cognizione ex art. 702 bis del codice di procedura civile (rito oggi abolito in seguito all’entrata in vigore della c.d. riforma Cartabia), pronuncia relativa ad un caso seguito dallo Studio e passata in giudicato, il Tribunale di Palermo ha condannato il Ministero della Salute a corrispondere ai familiari di una danneggiata, deceduta per le complicanze di una epatite C post-trasfusionale contratta nel 1982, la complessiva somma di 1.321.086,00 euro.
Il Giudice ha innanzi tutto evidenziato come l’Amministrazione sia responsabile per il predetto contagio, invero all’esito di un precedente giudizio il medesimo Tribunale aveva accertato, con pronuncia parimenti definitiva, la responsabilità colposa dell’ente convenuto per non aver adottato le misure idonee a prevenire ed impedire la trasmissione di malattie mediante sangue infetto.
La sentenza precedente, inoltre, aveva riconosciuto, recependo le conclusioni della perizia medico-legale espletata nel corso del giudizio, che la danneggiata aveva contratto l’epatite a causa delle trasfusioni sopra citate, dichiarando, altresì, che la patologia, evoluta in cirrosi epatica HCV correlata in evoluzione neoplastica, ne aveva provocato il decesso.
Dopo aver rigettato l’eccezione di prescrizione sollevata dall’Amministrazione, il giudice ha pertanto condannato quest’ultima a corrispondere ai ricorrenti l’importo sopra indicato.
Alberto Cappellaro e Sabrina Cestari